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Carta e matita Pila

Il secondo anno

Ecco, più nello specifico, cosa andremo a fare in questo secondo anno di Scuola!

RECITAZIONE

Durante il primo anno di corso abbiamo avuto come obiettivo principale la formazione di un gruppo consapevole. Abbiamo capito, infatti, cosa significhi lavorare in gruppo e perché una rappresentazione teatrale sia a tutti gli effetti un gioco di squadra. Abbiamo raggiunto la consapevolezza che, sul palcoscenico, senza aver instaurata un'armonia umana e professionale con i compagni di gioco, la messinscena sarà un disastro. E, in tutta sincerità, possiamo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo. Ben fatto!

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Quest'anno il nostro orizzonte sarà rappresentato dal personaggio. Quante persone ci sono al mondo? Domanda difficile. Ed infatti, ora, vi darò la risposta, traendola direttamente da Wikipedia: siamo 7,4 miliardi. E cosa c'entra, direte voi? C'entra! Ogni individuo che abita sulla Terra è diverso da un altro. Anche quando la somiglianza potrebbe essere così lampante da farli sembrare quasi uguali, questi non lo saranno mai. Avranno una qualche minima differenza – un sopracciglio più calato sull'occhio, una fronte corrugata, un tic nervoso che gli fa muovere le mani – che li renderà rari e originali. In poche parole: unici! Il nostro compito, dunque, è molto semplice: dobbiamo trovare le sfaccettature che rendono unici i 7,4 abitanti della Terra. Sarà proprio questo a garantirci un'interpretazione consapevole e, di conseguenza, interessante. 

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Ho parlato, proprio ora, di sfaccettature, ma essendo questo un documento che ha le velleità di schiarirvi le idee e non di ingarbugliarvele, mi spiegherò meglio. Con il termine sfaccettatura – che possiamo tranquillamente sostituire con peculiarità, caratteristica, particolarità, e via dicendo – ho incautamente unito due gruppi che ora vado a scindere: sfaccettatura psicologica e sfaccettatura fisica. Per non essere troppo pedante, andrò al “dunque”. Prendiamo, ad esempio, un personaggio timido. Dovendone descrivere le qualità diremo che è una tipo insicuro, ha avuto alcuni traumi che lo portano a non essere molto socievole, suo padre e sua madre non l'hanno seguito molto nella fase dell'adolescenza, ha avuto delle delusioni d'amore e non si sente apprezzato. Sì, d'accordo, l'ho fatta tragica, ma non è questo il punto. Queste caratteristiche rientrano tutte all'interno della sfera psicologica. Sono spie che ci indicano cosa c'è nell'animo del nostro personaggio. È un discorso interessantissimo, che potrebbe condurci anche a studi critici molto alti, ma non è sufficiente per l'interpretazione. Dopo aver informato il mio attore delle doti psicologiche del suo personaggio, magari facendo anche citazioni auliche (per darmi un tono), questi penserà subito “E quindi? Che devo fare?”, e nella migliore delle ipotesi il suo resterà solo un pensiero. Ecco, dunque, che ci viene incontro l'insieme delle sfaccettature fisiche. Come cammina un personaggio timido? Si tocca spesso i capelli? Se sì, in che modo li sistema? Con quale mano lo fa? Lo sguardo è alto o basso? Stringe la mano quando saluta? Guarda spesso il telefono per distrarsi? Le labbra sono spesso morsicate dai denti o no? Tiene la testa inclinata? Rispondendo a tutte queste, e tante altre, domande, avremo un'idea molto più chiara su come interpretare il nostro personaggio. Avremo reso, visivamente, quelle che erano le sue qualità psichiche. E, finalmente, anche il pubblico – venuto a vederci, non a sentirci parlare del nostro personaggio – ne sarà coinvolto.

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L'obiettivo sarà dunque questo: la resa scenica del nostro personaggio. Lo faremo attraverso esercizi di gruppo, per non dimenticarci mai del lavoro di squadra, ma introducendo anche esercitazioni individuali, dove il resto del gruppo costituirà un pubblico temporaneo, chiamato a commentare (non giudicare!) la performance della compagna o del compagno, per rendersi conto, al contempo, di quelli che possano essere vizi o virtù comuni. Lavoreremo facendo attenzione ai fastidi del nostro personaggio, alla capacità che ha di palesare le proprie emozioni senza parlare, ai suoi tic. Ruberemo qualcosa dal mondo animale, per vedere se sia adattabile al nostro scopo. Cercheremo, dunque, di incamerare le basi tecniche che ci offrano la possibilità di dare sfogo a tutta la nostra creatività, sapendola, questa volta, dosare e incanalare sui binari giusti. Lo spettacolo finale dovrà raccogliere i frutti della nostra semina: dovrete sentirvi più a vostro agio nei panni del personaggio; interpretarlo con maggiore disinvoltura; essere consapevoli delle caratteristiche fisiche e di quelle psichiche; agire sul palco con dimestichezza. 

OBIETTIVI

Obiettivo principale:

resa scenica del personaggio.

Obiettivi correlati:

buona capacità di relazione sul palcoscenico;

individuazione delle caratteristiche fisiche del personaggio;

individuazione del legame psiche-corpo del personaggio;

assimilazione di tecniche basilari, utili all'interpretazione del personaggio;

interpretazione consapevole del personaggio.

ESPRESSIONE CORPOREA

Sapersi muovere all'interno di uno spazio scenico è molto importante, ma ciò che contraddistingue un bravo attore è la sua capacità di assecondare le qualità del ruolo assegnato, garantendo allo spettatore l'impatto emotivo. Per raggiungere questo risultato è necessario lavorare molto, in gruppo e singolarmente. Ed è quello che faremo!

 

Siamo già abituati ad esercitarci in gruppo tramite esercizi di fiducia, ad usare il corpo, lo sguardo e le intenzioni in relazione agli altri, ma non abbiamo ancora abbattuto la barriera della trasmissione di emozioni; ci saranno di supporto monologhi e dialoghi tratti da testi esistenti o costruiti insieme, che useremo per tirare fuori lacrime, sorrisi, urla e silenzi.

Il silenzio, appunto, sarà una fase altrettanto utile. La pausa di scena, ciò che comunemente chiamiamo 'silenzio', è a tutti gli effetti una battuta ed è importante saperla utilizzare, capirne i tempi e le difficoltà. Al contrario, impareremo ad usare il suono in maniera più appropriata: giocheremo insieme su stili vocali alternandoli a stili di movimento differenti.

 

Il lavoro sulla mimica e l'equilibrio del corpo rimane sempre alla base del nostro percorso, perchè gli obiettivi da raggiungere stavolta saranno differenti. Abbiamo acquisito il controllo della scena in qualità di gruppo ma non l'abbiamo ancora esercitato sul nostro corpo: cosa fanno le mani mentre parlo, fin dove arriva il mio sguardo, quanto mi aiuta non gesticolare per emettere un suono più potente, ed altri aspetti scenico-comportamentali.

 

Il ritmo continuerà ad essere per noi una costante nella fase di riscaldamento corporeo ed emozionale, così come gli abbracci e gli sguardi, perchè ci permettono di creare maggiore relazione con il gruppo e maggiore fiducia in sé stessi. 

OBIETTIVI

Obiettivi principali:

controllare il corpo su uno spazio scenico;

interpretare un personaggio tramite corpo ed emozioni.

Obiettivi correlati:

adeguare l'interpretazione ad un ritmo comune;

individuare le tecniche basilari per un'impostazione vocale e corporea;

identificare il personaggio per affrontarlo al meglio.

DIZIONE

Il corso si propone di migliorare la dizione e la tecnica di fonazione dei partecipanti affinché essi possano migliorare l’arte della recitazione anche per la parte che non concerne il movimento di scena.

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Per il secondo anno è previsto un ripasso generale delle regole basilari affrontate durante il primo anno di corso e un approfondimento sulla respirazione per apprendere l’uso del diaframma. Queste prime due fasi saranno affrontate con esercizi di gruppo. Per quanto possibile, si lavorerà singolarmente su ogni alunno, andando a correggere i difetti di pronuncia o, più semplicemente, modificando alcune espressioni del linguaggio errate.

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Si passerà, durante le lezioni, alla lettura di piccoli brani: dai monologhi cinematografici o teatrali al menù di un ristorante al bugiardino di un farmaco. Questa diversificazione di contesti testuali aiuterà molto nell'applicazione delle regole, rendendole più maneggevoli. Inoltre, un lavoro coordinato con gli altri insegnanti di corso, permetterà di lavorare sui testi forniti, rendendo completa l'interpretazione del personaggio.

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Lo stesso dicasi per lo spettacolo finale. In prossimità, infatti, della messinscena, l’insegnante correggerà e rivedrà con gli alunni la pronuncia delle battute che essi avranno assegnate dal regista, 

Una piccola nota a margine: l'insegnante specifica, come sempre, che, per un ottimo uso della dizione stessa, è necessario un notevole esercizio quotidiano.

OBIETTIVI

Obiettivi:

capacità di riconoscere i propri difetti di pronuncia;

miglioramento dei più evidenti difetti di pronuncia personali;

assimilazione delle tecniche per una corretta pronuncia della “c” e della “s”;

capacità di individuare in un testo le regole introdotte durante il corso;

assimilazione dei principi della respirazione diaframmatica.

COMBATTIMENTO SCENICO

COMBATTIMENTO SCENICO

Come per la dizione, anche per il combattimento scenico si affronterà questo secondo anno iniziando da un ripasso delle tecniche studiate nell'anno precedente. Lo schiaffo e il cazzotto - e le relative reazioni fisiche e sonore - dovranno essere inscenati con più sicurezza e costituiranno il bagaglio di conoscenze principale per procedere.

 

Il percorso prevederà lo studio di nuovi effetti, quali i calci o le cadute - queste ultime molto importanti per la formazione attoriale - e la ricerca di testi per la preparazione guidata di una scena di combattimento in coppia. 

OBIETTIVI

Obiettivi:

conoscenza delle tecniche basilari utilizzare per ricreare combattimenti in teatro e sullo schermo;

buona dimestichezza con le prospettive e le reazioni, fisiche e vocali;

capacità di analizzare una scena di combattimento;

capacità di eseguire una sequenza di combattimento in coppia.

Buon divertimento!

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